UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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COMUNICATO STAMPA
Uilm nazionale

Dichiarazione di Antonino Regazzi, Segretario generale della Uilm
"La Fiat indichi al Sindacato un nuovo piano di rilancio. In questo modo si potrà delineare un percorso condiviso basato sulla salvaguardia della capacità produttiva e dell'occupazione"

Apprezziamo l'invito del Presidente della Fiat a lavorare insieme.
Siamo soddisfatti che il vincolo che univa la Fiat a GM sia stato sciolto: il 'put' ingessava le prospettive di ciascuna azienda ed era diventato il problema principale per entrambe.
Riconosciamo all'Ad del Gruppo italiano la capacità di aver portato a termine una trattativa lunga e difficile: il dottor Sergio Marchionne ha operato in modo coerente, facendo pagare alla casa americana più di quello che ci si aspettasse per la rinuncia ad esercitare il diritto d'opzione all'acquisto del settore auto.
Proprio il manager italo-canadese ha più volte sostenuto che la capacità produttiva della Fiat è considerata essenziale perché in Italia resti un adeguata industria automobilistica.
Riteniamo che sulla base di tale affermazione possa aver inizio un percorso condiviso.
Il primo passo del cammino è far chiarezza sulle prospettive degli stabilimenti di Termini Imerese e Mirafiori.
Ogni sito della Fiat auto si distingue per una specifica 'mission' che continua a mancare per quelli siciliano e piemontese.
In particolar modo, va sottolineato che quello di Mirafiori non è uno stabilimento qualsiasi, perché Torino rappresenta la cultura dell'automobile.
Un secondo passo è la risoluzione del problema finanziario: il convertendo azionario in scadenza a settembre va tramutato in una operazione finanziaria a lungo termine.
Il terzo passo, quello decisivo, è il mantenimento della capacità produttiva e dei livelli occupazionali attraverso un piano di rilancio fatto di investimenti  che aggrediscano il mercato con modelli competitivi dal punto di vista dell'innovazione tecnologica. Tra i primi passi non abbiamo segnalato la questione delle potenziali 'partnership'; bisogna decidere se l'azienda italiana rimarrà tale, ma è indispensabile scegliere con ponderazione: rimanere zitella non è cosa buona, ma soffrire una nuova separazione sarebbe peggio.
Negli ultimi venti anni la Fiat ha sbagliato per due volte la logica delle alleanze, perché il 'management' non aveva le idee chiare sulla prospettiva.
Non si può sbagliare una terza volta nella scelta di un 'partner' adeguato.
Il Presidente di Fiat può stare tranquillo: nessuno si farà male se la Fiat indicherà al Sindacato un serio piano di rilancio.

Roma, 14 febbraio 2005
Ufficio Stampa Uilm


 

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