COMUNICATO
SINDACALE
Fim-Fiom-Uilm nazionali
COFATHEC: ALTO RISCHIO FUSIONE
La fusione dei colossi francesi dell'energia: Gaz de
France, società a controllo pubblico, e Suez, avviata alcuni mesi fa dal
governo francese, approfittando del tentativo di scalata che la società
italiana Enel ha tentato su Suez, ha aperto un forte dibattito sociale e
politico in Francia, e l'opposizione dei sindacati francesi a tale
fusione. Opposizione, sia per ragioni sociali, giacché la fusione
porterebbe a tagli occupazionali, sia per la perdita del controllo ad
indirizzo pubblico stante che il controllo pubblico sul pacchetto
azionario, nel nuovo colosso dell'energia, scenderebbe a circa il 30%.
La fusione non è ancora perfezionata, anche per il dibattito e i problemi
che si sono aperti in Francia. La discussione sulla fusione, che coinvolge
il governo francese e il parlamento, dovrebbe trovare uno dei suoi momenti
politici più alti durante la seconda metà di giugno.
Inoltre, vi sono anche problemi sul valore di concambio delle azioni. Suez
non accetta il cambio alla pari 1 a 1 e chiede un cambio più favorevole.
Se ciò avvenisse, le preoccupazioni sul valore delle azioni Gaz de France
non possono che aumentare. Fatto che ha una sua rilevanza per i lavoratori
dipendenti, poiché oltre il 50% in Italia detiene delle azioni.
I sindacati francesi si oppongono al progetto di fusione e hanno
dichiarato una giornata di sciopero per la fine di giugno.
In questa partita generale, che riguarda anche il ruolo dello Stato sul
controllo dell'energia, si intrecciano le ricadute occupazionali non solo
in Francia, ma in tutti i paesi 'Europa dove le società controllate da
Suez e Gaz de France operano.
In Italia le società Suez e Gaz de France operano nei servizi di
manutenzione e conduzione di impianti d'energia e nella vendita e
distribuzione del combustibile, soprattutto per enti pubblici; oltre alla
sua presenza in altri segmenti di servizi per soggetti pubblici e privati.
Questo avviene attraverso le società controllate Elyo Srl e Cofathec Spa,
che detengono una quota rilevante di questo segmento di mercato italiano.
L'eventuale fusione, che auspichiamo non vada in porto, produrrà effetti
sull'intera struttura delle 2 società che operano in Italia, con effetti
sia industriali sia occupazionali.
Nella recente informativa annuale, che Cofathec ha tenuto il 24 maggio
alla presenza delle organizzazioni sindacali e i delegati Rsu del
coordinamento, l'amministratore delegato della Cofathec Monager, incalzato
sul punto della fusione, non ha nascosto l'eventualità dei tagli,
affermando che coinvolgerà tutta la struttura, dirigenti in particolare.
Il che si traduce in una riduzione dell'organico oggi non quantificabile.
Anche se ha cercato di rassicurare, affermando che il problema dovrebbe
riguardare prevalentemente l'area amministrativa e impiegatizia. Una
dichiarazione per nulla rassicurante.
In verità non emerge la dimensione del problema. Inoltre vi è un
ulteriore fattore di incertezza sulla futura struttura dirigente che
potrebbe prevalere. Molto probabile, in caso di fusione, essendo Suez
maggioritaria, che prevalga quel gruppo dirigente, come dire: Elyo su
Cofathec.
Il punto non è chi dirige ma la struttura organizzativa e strategica che
ne consegue. Elyo predilige una struttura snella dirigenziale,
commerciale, amministrativa, utile a concorrere agli appalti pubblici e
privati utilizzando prevalentemente subappalto per la realizzazione dei
lavori. Impostazione che, come organizzazione sindacale, valutiamo
negativamente.
Considerando di conseguenza negativa sul piano occupazionale e sbagliato
sul piano strategico la fusione, anche per quanto riguarda le aziende
controllate che operano in Italia, proponiamo una tornata d'assemblee per
valutare l'avvio di iniziative da intraprendere anche in coincidenza con
lo sciopero indetto dal sindacato francese, verso fine giugno, e il
coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico, per gli effetti
della concentrazione e delle sue ricadute sul Paese, in relazione alle
commesse pubbliche nella gestione della distribuzione dell'energia e la
manutenzione degli impianti tecnologici, in particolare sulla gestione del
calore.
FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL
FISASCAT-CISL, FILCAMS-CGIL, UILTUCS-UIL
Roma, 1° giugno 2006
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