COMUNICATO
STAMPA
Uilm
nazionale
“Ilva di Taranto: più
controlli sulla sicurezza nel lavoro”
Il pensiero di Antonino Regazzi all’Ansa
“Va bene una politica di prevenzione per costruire
posti di lavoro sicuri, ma poi ci vuole il controllo. Devono esercitarlo
gli enti preposti e il sindacato. Visto che abbiamo il delegato alla
sicurezza, è lui che deve essere molto più attento, deve guardare e deve
anche saper dire che quel posto non è sicuro”. Lo afferma il segretario
generale nazionale della Uilm, Antonino Regazzi, riferendosi ai problemi
della sicurezza all’ Ilva di Taranto, dove ieri c’è stato il terzo
incidente mortale dall’ inizio dell’ anno. Regazzi avrebbe dovuto
partecipare oggi a Taranto all’assemblea dei delegati e quadri sindacali
di Fim, Fiom e Uilm sui temi dello sviluppo industriale e della sicurezza,
ma è rimasto bloccato a Roma dal maltempo. “Si dice sovente - afferma
Regazzi - che bisogna fare prevenzione. E’ giusto, ma non è sufficiente
perchè, anche quando sono state prese tutte le precauzioni, se non le
rispetti, ecco che succedono i guai, dall’ incidente lieve a quello
mortale. Non occorre fare il poliziotto ma il delegato è in grado di
recepire subito il pericolo. Serve una maggiore assunzione di
responsabilità nel far attuare interventi di prevenzione. Ho lavorato in
fabbrica e so cosa significa. Ma poi non possiamo piangere quando avviene
un incidente grave”. Riferendosi ai problemi del tessuto economico di
Taranto, Regazzi afferma poi che “l’ Ilva fa sempre parlare di sè, ma
io mi chiedo: è in grado di garantire l’ occupazione che ha garantito
in passato? Io credo di no, tuttavia l’ Ilva resta e resterà una
fabbrica importante. C’è un problema di sviluppo industriale”
conclude Regazzi. '”Taranto è nel bacino mediterraneo, e in questa
piattaforma mediterranea - aggiunge - Taranto può guardare verso l’
Oriente. Bisogna immaginare una crescita e uno sviluppo con prodotti ad
alto contenuto tecnologico e innovativo. Un punto di partenza può essere
ad esempio Grottaglie, dove nascerà una realtà importante come l’
Alenia, e c’è anche un Arsenale militare in fibrillazione da tempo di
cui occorre sfruttare le potenzialità”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 26 settembre 2006
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