COMUNICATO
STAMPA
Fim-Fiom-Uilm nazionali
La Siemens
chiude "Nuova Magrini Galileo"
Domani incontro al ministero dello Sviluppo
economico
Domani, martedì 17 ottobre, le Rsu e le Organizzazioni Sindacali
territoriali e nazionali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil incontreranno la
Nuova Magrini Galileo, convocata al ministero dello Sviluppo economico, e
chiederanno al Governo l'impegno per garantire che le politiche
industriali di Siemens in Italia non si traducano in pesanti ricadute
occupazionali e non determinino una totale dipendenza del nostro settore
energetico dai produttori esteri.
Siemens Spa Italia, dopo averla acquisita nel luglio 2005 dall'austriaca
Va Tech, lo scorso 29 settembre ha messo Nuova Magrini Galileo in
liquidazione volontaria.
L'azienda, con i suoi siti di Stezzano (Bergamo, 105 dipendenti),
Battaglia Terme (Padova, 200 dipendenti) e Cairo Montenotte (Savona, 120
dipendenti, da poco ceduta a Trench Italia controllata da Siemens), si
occupa della progettazione e costruzione di prodotti per il settore
energetico (apparecchiature di alta tensione per i sistemi di trasmissione
e distribuzione): un settore strategico per un paese industrializzato.
In Italia le apparecchiature di alta tensione Magrini Galileo presenti
nelle centrali e nelle sottostazioni di Enel e delle aziende energetiche
italiane, rappresentano più del 60% del parco installato, oltre ad una
importante presenza sui mercati esteri. Magrini ha quindi un marchio
rinomato, un know-how consolidato e l'innovazione e la ricerca non sono
mai state trascurate.
La Siemens, che si è distinta in Europa per l'acquisizione di aziende con
l'obiettivo di divenire leader nel mercato dell'energia, nel nostro Paese
sta operando in modo da ridurre drasticamente l'attività industriale
italiana, assicurandosi però le relative quote di mercato, operando cioè
un vero e proprio saccheggio industriale.
E' chiara l'intenzione da parte della proprietà di chiudere
definitivamente lo stabilimento di Battaglia Terme, impedendo che altri
concorrenti acquisendola possano proseguire l'attività nel settore. Lo
stabilimento di Battaglia Terme occupa più di 200 addetti e attorno ad
esso gravitano tante piccole realtà industriali, che arrivano a
coinvolgere in totale altre 200 persone. La decisione Siemens mette quindi
in discussione 400 posti di lavoro nell'area di Padova.
A Bergamo, oltre alla sede storica di Magrini con le Funzioni centrali e
di staff con 20 addetti il cui destino è legato alla chiusura dello
stabilimento di Padova, vi sono altri 85 addetti passati in Siemens Spa
dall'inizio dell'anno e che si occupano delle attività di Project e
Service, business che garantirà elevati profitti a Siemens in Italia. Per
questi lavoratori la più che probabile decisione di Siemens Spa di
trasferire le attività a Milano si tradurrà in dimissioni coatte e/o in
licenziamenti mascherati o in gravi disagi per sé e per le loro famiglie.
Anche per i 120 lavoratori di Savona l'avvenuta cessione del ramo
d'azienda alla neocostituita Trench Italia lascia aperti seri
interrogativi sulle prospettive occupazionali future.
Siemens Spa in Italia ha dichiarato nel mese di settembre 2006 altri 512
esuberi che coinvolgono complessivamente le diverse aree di attività con
cui è presente in Italia e svariate altre società interamente
controllate dalla stessa Siemens in Italia guardano al loro futuro con
preoccupazione.
Uffici Stampa Fim, Fiom, Uilm
Roma. 16 ottobre 2006
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