COMUNICATO
STAMPA
Uilm
nazionale
Sul quotidiano Il Tempo: "Regazzi (Uilm),
Il Tfr sono soldi dei lavoratori, è
salario differito, ma sempre dei lavoratori e ..." intervista di Sarina Biraghi
.... sono
loro che devono decidere cosa farne e dove metterli. Quindi l’accordo è
sbagliato e ha fatto un errore chi l’ha raggiunto». È una bocciatura
netta quella di Antonino Regazzi, segretario nazionale dei
metalmeccanici Uil per l’accordo raggiunto tra Governo, Cgil, Cisl, Uil
e Confindustria sul decollo della previdenza complementare e sul
trasferimento all’Inps del Tfr maturando inoptato delle imprese con più
di 50 dipendenti. Una forzatura dunque? «Certo, non si può costringere i
lavoratori a mettere i loro soldi dove non vogliono». E l’alternativa?
«Abbiamo insistito affinchè questa risorsa fosse utilizzata per
costituire nuovi fondi di previdenza integrativa, per chi non riesce ad
avere una pensione adeguata o l’avrà insufficiente. I lavoratori
avrebbero deciso autonomamente, invece così è un prestito forzoso».
Riguarda però soltanto le aziende con più di 50 dipendenti «Benchè si
tratti di una parte limitata di lavoratori è comunque un numero
importante». Sul silenzio-assenso è d’accordo? «Sono d’accordo purché il
Tfr dei lavoratori che non si pronunciano vada ad alimentare il fondo di
categoria dove c’è. Dove non c’è bisogna creare le condizioni perché si
faccia». Eppure Padoa Schioppa parla di un accordo storico che sarà
molto importante per la pensione dei giovani. «Non è assolutamente un
accordo storico ma un accordo sbagliato. Le pensioni di domani? Padoa
Schioppa non ha detto come alimenterà le future pensioni. È tutto da
vedere». Confindustria, Cgil, Cisl e Uil però sono d’accordo con il
ministro? «Non so se tutti gli altri sono d’accordo, ma nei sindacati ci
sono tante categorie e non credo che tutte siano allineate e per
principio sono proprio loro che dovrebbero decidere. Peraltro mi pare
che anche Confindustria non sia in linea». Cosa poteva fare di più il
sindacato? «Il sindacato doveva prevedere un fondo intercategoriale
proprio per chi non ha un fondo proprio». Regazzi che pensa della
Finanziaria? «È una finanziaria molto confusa con una sola cosa chiara:
l’inasprimento fiscale che colpisce i lavoratori anche al di sotto dei
40 milioni». E del cuneo fiscale? «Anche sul cuneo è tutto da verificare
- conclude il segretario della Uilm - spero che si mantenga una
posizione chiara e che vanga restituito parte alle aziende e parte ai
lavoratori. Ma c’è una grande confusione che preoccupa tutti,
soprattutto i lavoratori».
Ufficio Stampa Uilm Nazionale
Roma, 21 ottobre 2006
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