Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO IX - n° 8/9 settembre-ottobre 2004
Per
un pugno di libri
Si chiama "La società attiva" ed è un manifesto
per le nuove sicurezze.
E' edito da Marsilio e lo hanno scritto Maurizio Sacconi, Paolo
Reboani, 
Michele Tiraboschi dedicandolo "a Marco Biagi, che ha
pagato con la vita la 'colpa' di un riformismo innovativo e
coraggioso".
I tre autori fanno parte di quel gruppo di saggi che lavorano per
le riforme al Ministero del Lavoro: Sacconi è il Sottosegretario
di quel dicastero; Reboani è il responsabile della Segreteria tecnica
allo stesso Ministero ed è ricercatore presso l'Istat e l'Isae;
Tiraboschi è ordinario di Diritto del Lavoro, Presidente della Commissione
sullo "Statuto dei lavori" e componente della Commissione
di garanzia sugli scioperi.
"La società attiva- scrive Lorenzo Ornaghi nell'introduzione
al testo- può realmente dare corpo a una comune visione di società
e di politica, che ci aiuti a capire dove stiamo andando e dove
vogliamo andare".
Gli autori, quindi, indicano le vie per regole e istituzioni utili
a promuovere percorsi di continua e piena realizzazione della persona
lungo tutto l'arco della vita.
Chi legge difficilmente può dissentire dalla linearità di questo
auspicato tragitto, riconoscendone valori e progetti condivisi.
"Profondo
Italia" è invece il libro che raccoglie le "paginate"
apparse sul Corriere della Sera sulla situazione del Paese
a firma di Dario Di Vico ed Emiliano Fittipaldi. I due
dal 2003 hanno svolto una vera e propria inchiesta giornalistica con
fatti, analisi, pareri, contributi dei lettori ora raccolta in un volume
edito dalla Bur. Di Vico e Fittipaldi sottolinearono al tempo
della loro inchiesta la forbisce tra Paese reale e quello
rappresentato,il contrasto tra la complessità dei fenomeni
ed il semplicismo della risposta politica.
Insomma, i due giornalisti riuscirono a dimostrare, tra le altre
cose, la percezione del caro-vita rispetto a quanto prospettato
dagli indicatori ufficiali.
Lo stesso Capo dello Stato nel tradizionale messaggio di fine anno
fece riferimento a quelle pagine del quotidiano di via Solferino.
Quell'inchiesta ritorna approfondita in questo libro, con l'aggiunta
di dati e testimonianze.
Quando cominciò quest'inchiesta Di Vico era l'inviato di punta del
Corsera per l'economia e Fittipaldi un giovane stagista che gli
era stato affiancato. Oggi il primo è diventato il vicedirettore
del primo quotidiano italiano con delega specifica sulle pagine
economiche, mentre il secondo è un giornalista del "Corrierone"
a tutti gli effetti.
Ma c'è un motivo in più per leggere "Profondo Italia":
è l'affetto che lega tanti metalmeccanici a Di Vico, perché se lo
ricordano ancora quando era un giovane funzionario della Flm in
quinta lega a Mirafiori. Era il 1977 e quel giovane laureato in
sociologia non poteva certo prevedere che sarebbe diventato un grande
giornalista citato da Carlo Azeglio Ciampi.
A.G.D.M.
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